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Volere e potere

Spesso la volontà di cambiamento traduce la presa di coscienza del fatto che la situazione in cui ci si trova è insoddisfacente, se non addirittura minacciosa. Così avviene che una collettività arriva a esprimere una volontà comune.

L’erba voglio non cresce nemmeno nel giardino del re! Fin da piccoli impariamo che non basta volere, per ottenere quello che vogliamo. Bisogna per esempio chiedere con le maniere, e non basta chiedere con insistenza. Forse però non si sottolinea abbastanza che spesso la volontà di cambiamento traduce la presa di coscienza del fatto che la situazione in cui ci si trova è insoddisfacente, se non addirittura minacciosa.


Così avviene che, magari dopo un lungo dibattito, una collettività arriva a esprimere una volontà comune. Quella di avere una scuola e degli ospedali pubblici, di depurare le acque dei laghi, di vietare il fumo negli spazi pubblici, e così via.


Spesso vi sono delle persone all’iniziativa di tali cambiamenti, attive in politica o no. Perché le loro visioni, e i loro desideri possano trasformarsi in una volontà collettiva, questi devono però incontrare l’interesse generale.


A questo proposito, in occasione di una recente visita ad Arogno, mi è piaciuto scoprire l’operato di Alessandro Manzoni (1820-1899), ricordato come un « esempio di volontà indomita », che nel 1873 ha smontato, sgrassato, imballato e caricato su un treno un’intera fabbrica di abbozzi per orologi, per portarla, insieme ai suoi ca. 80 operai, dalla città giurassiana di Porrentruy, al suo piccolo villaggio di montagna (vedi la mia Cartolina da Arogno)!


Le iniziative dal basso sono fondamentali per il buon funzionamento della nostra società. Ne presento diverse nella serie « Il giro di Boas ». Per esempio, quella degli abitanti di Airolo, che con un progetto visionario sono riusciti a convincere le autorità cantonali e federali a utilizzare i detriti dello scavo del secondo traforo autostradale del San Gottardo per creare una zona verde sul fondovalle antistante il borgo, ridandogli così un futuro (vedi il primo video).


La politica dovrebbe cercare di incoraggiare le iniziative dal basso. Per tenere conto di tali iniziative, e al fine di arricchire e rendere più vivo il nostro sistema democratico propongo di introdurre nuove modalità di democrazia partecipativa in Ticino, ispirandomi a quanto già sperimentato altrove (vedi la mia Proposta).


Purtroppo, vi sono anche interessi privati che ostacolano l’affermazione dell’interesse generale. Diverse lobby investono energie colossali per difendere il loro operato. È noto il caso dell’industria del tabacco, ma ancora recentemente abbiamo appreso dalla NZZ am Sonntag, che il Consiglio federale non è riuscito a ottenere dai fabbricanti una riduzione del 20% del tenore in zucchero degli alimenti entro il 2024, ma soltanto del 10% (vedi Documento Lobbytomie). Ciò malgrado, la comunità internazionale si è mostrata capace di far fronte a sfide globali importanti. Per esempio, dalla metà degli anni 1970 nonostante grandi resistenze dell’industria chimica, uno sforzo d’insieme ha permesso di ridurre drasticamente il buco nell’ozono.



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