In Ticino è possibile fare azienda; il quadro è favorevole, ma serve migliorare l’accompagnamento ai piccoli imprenditori.

Le risorse che offre il nostro territorio sono una delle nostre più grandi opportunità. La nostra è una bella terra! Il fatto di essere una Sonnenstube permette di immaginare uno sviluppo efficace dell’uso dell’energia solare, ma il Ticino offre ben più che un’esposizione al sole superiore alla media del Paese e paesaggi incantevoli. È un territorio variegato, a tratti ancora selvaggio, di cui generazioni di ticinesi hanno preso cura. Abbiamo ancora molti boschi, certi però sono in cattiva salute, e altri hanno preso il posto di zone dove un tempo si sviluppava la pastorizia. Le piante neofite invasive che giungono da noi a causa del costante aumento del volume di commercio di merci devono essere tenute sotto controllo. A periodi l’acqua viene a mancare, perché le piogge sono meno regolari per via del cambiamento climatico e perché l’inquinamento dei suoli ha contaminato sorgenti e nappe. Vi è acqua nei laghi ma renderla potabile ha un costo. Le zone agricole sono sotto pressione. Lo sviluppo economico e sociale crea situazioni tese e non dobbiamo smettere di sorvegliarne gli effetti per non ipotecare definitivamente le possibilità di rigenerazione delle nostre risorse.
La stabilità delle nostre istituzioni continua a offrire un quadro sicuro per le persone e per le aziende. Dovremmo però trovare un accordo su obiettivi che possano rendere il Ticino più accogliente, e che fissino un indirizzo politico generale che permetta alle persone e alle aziende di proiettarsi nel futuro, e così di investire mezzi e energie per contribuire alla costruzione del Paese.
In Ticino è possibile fare azienda; il quadro è favorevole, ma serve migliorare l’accompagnamento ai piccoli imprenditori. È quanto ci dice Rupen Nacaroglu in una delle video de Il giro di Boas (vedi Il giro di Boas). Nel suo contributo Antonio Taccogna testimonia invece di come sia possibile combinare le ricchezze del territorio con tradizioni d’altrove per creare prodotti interessanti (vedi Il giro di Boas). L’apertura a un’immigrazione consapevole è una delle chiavi per rispondere alle sfide legate all’incertezza demografica. Chiaramente gestire l’immigrazione è più complicato che affidarsi alla manodopera frontaliera, è però anche più arricchente. Per rendersene conto basta fare un giro dalle parti dell’Associazione Diritto a Restare (DaRe) (vedi la cartolina).