Credo che si debbano sviluppare delle iniziative a destinazione del grande pubblico per spiegare il valore della creazione artistica e i suoi meccanismi.

Cominciamo col chiarire l’ambito che ci interessa.
Distinguiamo da un lato, prima la fruizione delle opere culturali e artistiche come la lettura di un libro, l’apprezzamento di un quadro, la visione di un film, l’ascolto di un concerto, e poi la conservazione di tali opere in biblioteche, musei, o archivi.
E dall’altro lato la creazione, che produce opere nuove e che potranno poi essere proposte alla fruizione o conservate.
Per esempio, il Locarno Film Festival propone fruizione, così come l’Orchestra della Svizzera italiana, che assicura anche — se si vuole — la conservazione di un certo repertorio di musica classica. La RSI crea opere culturali sonore originali, di cultura più o meno popolare. I Musei etnografici ticinesi contribuiscono a conservare le nostre tradizioni, mentre il Museo delle culture di Lugano (MUSEC) ci aiuta a comprendere quelle di Paesi più lontani.
La creazione culturale e artistica può essere amatoriale o professionale, noi ci interesseremo alla seconda, e indicheremo delle piste per mantenere vive delle filiere di creazione. In particolare, ci riguardano anche coloro che intervengono indirettamente nel processo di creazione. Per esempio, per una creazione teatrale o cinematografica si necessitano persone che esercitano mestieri di natura molto varia, e non riconosciuti normalmente come artistici. Non credo sia ragionevole puntare ad avere un’industria cinematografica ticinese, ma dobbiamo sostenere i cineasti nostrani in maniera che — se sono meritevoli — possano sviluppare la loro attività degnamente. Allo tesso modo dobbiamo sostenere gli scrittori, ecc.
Credo che si debbano sviluppare delle iniziative a destinazione del grande pubblico per spiegare il valore della creazione artistica e i suoi meccanismi. Per esempio attribuendo un Premio della letteratura della Svizzera italiana, conferito da lettori nel quadro di un Salone del libro, come il Festivallibro di Muralto, oppure sostenendo una programmazione come quella proposta da La Straordinaria (vedi Cartolina), o ancora organizzando delle giornate porte aperte che permettano di interagire con artisti all’opera, come quelli invitati presso il Centro internazionale di scultura di Peccia.
Dobbiamo anche promuovere e sostenere forme associative che permettano di identificare i bisogni delle artiste e degli artisti, e che possano servire a portare supporto alle loro attività sul lungo periodo. Una delle caratteristiche principali dei mestieri della creazione culturale e artistica è che conosce dei momenti di sospensione: ci sono per esempio delle stagioni teatrali molto dense, e dei momenti in cui non si va in scena. Sarebbe quindi molto interessante arrivare a definire uno « statuto di (lavoratore come) artista intermittente », che garantisca dei diritti in caso di momentanea sospensione dell’attività lavorativa come artista, e che permetta così di dare continuità all’attività stessa. Al momento questo sembra complicato, e forse si arriverà a dare una risposta al problema che ci occupa con una nuova definizione dell’assicurazione generale sui redditi, o muovendoci verso il pagamento di un reddito di base per una tale categoria di lavoratori. In attesa di soluzioni così innovative, sono emerse alcune piste che potrebbero essere implementate rapidamente e che prendono spunto dall’esperienza fatta con il pagamento delle indennità per perdita di guadagno (IPG), durante il periodo della crisi Covid. In alcuni Cantoni si sta già lavorando su tali piste.
Da quel che precede, appare che vi sono soluzioni da sperimentare per dare sostegno alla creazione culturale e artistica. Chiaramente implicano uno sforzo finanziario, ma dobbiamo ricordarci che attualmente un contribuente ticinese contribuisce con soli 50 centesimi all’anno a questo sostegno.